Cos’è il nuovo codice doganale e a cosa serve

7 July , 2023 Capire la Burocrazia

Dal 1° maggio 2016 è in vigore il nuovo codice doganale: un riferimento indispensabile per gli operatori economici nei loro rapporti con l’amministrazione doganale che sostituisce il Codice Comunitario. La nuova regolamentazione stabilisce cambiamenti volti a creare un apparato più libero, snello, semplificato.

Molti clienti vogliono approfondire questo argomento perché è sempre utile sapere come e quando si attivano le norme di questa documentazione. Qui puoi trovare un approfondimento dedicato. E non dimenticare di chiederci eventuale chiarimenti per contestualizzare questo argomento in termini di certificati di origine.

Cos’è e quando nasce il nuovo codice?

Il nuovo codice doganale è un insieme di norme che disciplinano le procedure per l’importazione e l’esportazione di merci. Questo documento dà le linee per la classificazione delle merci, la determinazione del valore doganale, l’applicazione dei dazi e delle tasse, le procedure di sdoganamento e di controllo dei procedimenti.

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 29 dicembre 2015 sono stati pubblicati il Regolamento delegato che integra il Codice Doganale dell’Unione Europea e il Regolamento di applicazione. Entrambi permettono la piena operatività del CDU.

Da leggere: la relazione tra certificato di origine e bolla doganale

Quando è entrato in vigore il nuovo codice

Dal 1° maggio 2016. È stato previsto un periodo di transizione per consentire l’adattamento alle nuove disposizioni giuridiche fino al 1° maggio 2019, con adeguamento dei sistemi elettronici degli Stati entro il 2020.

Cosa cambia nel nuovo codice doganale?

Rimane la distinzione tra merci ottenute in unico paese e quelle con produzione in due o più territori – ribadendo il concetto di lavorazione sostanziale.

nuovo codice doganale

Nell’allegato 22-01 sono previste, per la determinazione dell’origine, la regola del valore aggiunto dell’X%. E quella della modifica della classificazione tariffaria (cambio di capitolo, di voce, di sottovoce, di suddivisione di voce e sottovoce). In quest’ultimo caso, esiste una gerarchia tra regole primarie di suddivisione e regole primarie e secondarie di capitolo.

Da leggere: differenza tra merci di origine preferenziale e non

Certificati di origine: quali sono le modifiche?

In questo caso non ci sono particolari novità da aggiungere. In base all’Articolo 60 del nuovo Codice, le merci interamente ottenute in un unico paese o territorio sono considerate originarie di tale paese o territorio. Alla produzione contribuiscono due o più paesi? Queste merci sono considerate originarie nel luogo cui hanno subito l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ed economicamente giustificata.

Con l’origine preferenziale, le dichiarazioni a lungo termine del fornitore previste dall’abrogando Regolamento 1207/01 avranno validità di 2 anni (1 anno se rilasciate a posteriori). Per qualsiasi informazione puoi contattarci così affronteremo tutte le sfumature del caso. Con relativa compilazione del certificato di origine.