Origine non preferenziale delle merci, cosa significa e a cosa serve il certificato di origine

29 September , 2022 Capire la Burocrazia

L’origine preferenziale e non preferenziale delle merci esportare si basa sugli accordi presi tra Unione Europea e paesi terzi. Quindi, possiamo dire che non esiste una lista standard e definita a priori di merci con un’origine preferenziale.

Tutto dipende da come si sviluppano le relazioni tra nazioni extra europee e l’UE. Questo dettaglio, però, influenza il commercio internazionale e esige la presenza di una documentazione specifica: il certificato di origine. Ecco, quindi, una definizione.

Cosa significa origine non preferenziale

Questa definizione riguarda la mancanza di accordi doganali per determinate merci che impongono dei dazi maggiori rispetto a quelle classificate come preferenziali. In sintesi, quest’ultime hanno maggiori incentivi per essere commercializzate.

L’interesse sarebbe quello di avere massima libertà di movimento ma gli stati gestiscono l’origine non preferenziale in base ad accordi, interessi e necessità.

Esempi di origine preferenziale e non

Ipotizziamo una nazione UE che produce un prodotto alimentare di alto livello e in grandi quantità. Non avrà nessun interesse nell’importare lo stesso prodotto da altre nazioni extra europee e mantiene l’origine non preferenziale sull’importazione. Discorso inverso, se ho necessità si punta sull’origine preferenziale.

Il codice doganale dell’Unione Europea

Il 1° maggio 2016 è entrato in vigore, abrogando la precedente normativa, il Codice Doganale dell’Unione (R. 952/2013) e i relativi Regolamenti di applicazione.

Il codice doganale dell’unione (R. 952/13) stabilisce le norme e le procedure generali applicabili alle merci introdotte o prelevate dal territorio doganale dell’Unione europea e riprende, infatti, nell’articolo 60, concetti noti di origine non preferenziale.

L’impianto dell’origine non preferenziale che emerge dal complesso normativo rinnova norme riprese dal precedente codice doganale comunitario, dalle disposizioni di applicazione dello stesso e dai relativi allegati. Vediamone alcune:

  • Operazioni minime che non conferiscono origine (apposizione sui prodotti di etichette, ecc.).
  • Sono fornite disposizioni sui pezzi di ricambio.
  • Gli imballaggi non influiscono sulla determinazione dell’origine.
  • Viene ampliato l’elenco dei prodotti con specifiche norme di origine.

Nel comma 3 dell’art. 61 del CDU consente l’emissione nell’UE di un documento di origine conforme alle norme vigenti nel paese di destinazione delle merci.

Il ruolo del certificato di origine

Il codice doganale attuale prevede il certificato di origine telematico e non contiene alcun riferimento sulla modulistica del certificato non preferenziale. Il fatto è singolare se si pensi che nel codice precedente il fac-simile del documento è rappresentato nell’allegato 12 delle DAC, che ne prescrivono anche le caratteristiche fisiche per

  • Dimensioni.
  • Tipo di carta.
  • Stampa.

Prevale, quindi, la posizione di alcuni paesi dell’Unione, da sempre contrari a norme troppo vincolanti in materia di origine non preferenziale. Ricordiamo che la proposta di Regolamento del 2005 sull’obbligatorietà del “made in…” sui prodotti importati fu dagli stessi osteggiata fino ad ottenerne il ritiro nel 2012.

Questa assenza di norme avrebbe potuto indebolire la credibilità di uno dei documenti più utilizzati nel commercio internazionale. Ma è l’unico documento che permette alle aziende di fare commercio internazionale anche per merce di origine non preferenziale.

Merce di origine non preferenziale

Il codice doganale permette all’esportatore di richiedere un certificato di origine per merce prodotta nell’UE seguendo i criteri non preferenziali del paese dell’importatore. Non si può escludere il rischio di incertezze negli organismi.

Eurochambres, l’Associazione delle Camere di Commercio europee, ha emanato delle linee sul rilascio dei certificati di origine. Le quali si conformano alle norme del CDU e prevedono il mantenimento dell’uso dell’attuale modello di certificato di origine.

Uno specifico paragrafo delle linee-guida è dedicato al certificato elettronico, attualmente in vigore. In questo ambito, le linee-guida Eurochambres individuano i seguenti tipi di certificato.

  • Dati trasmessi telematicamente all’ente certificatore e stampati su carta:
    • Dalla Camera di Commercio.
    • Dall’azienda con stampa in sede.
  • Formato 100% elettronico (file pdf).

Ricordiamo, a tal proposito, che i certificati elettronici con stampa del documento in ditta sono disponibili in tutte le Camere di Commercio italiane.

Tutte le attività attualmente necessarie per la gestione dei certificati di origine – dalla firma digitale di massa alla stampa in azienda – sono disponibili su SpeedyCo. Vale a dire il software per la gestione automatizza e completamente in cloud dei certificati di origine.