Sì, la Corte di Giustizia Ue boccia la regola di origine della Commissione Europea se necessario. Ma solo se non c’è parità di trattamento con situazioni analoghe. A riportare la notizia è il portale ItaliaOggi. Grazie alla sentenza C-210/22, del 21/9/2023, ci saranno diverse condizioni da rivedere in alcuni settori come quelli dei tubi di acciaio importati.
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Tutto nasce da una classica diatriba su quella che è l’ultima lavorazione effettuata in un determinato paese. Molte aziende sono state analizzate da un’inchiesta della OLAF (European Anti-Fraud Office) che partiva da un punto chiaro: l’attività non basta per determinarne l’origine. Queste regole sono indicate dalla Commissione Europea.
Questa istituzione indica i limiti entro i quali una modifica può portare un bene a essere originario di un determinato luogo. In questi casi si parla di lavorazione sostanziale, ad esempio: quando posso definire un prodotto Made in Italy dopo una modifica?
Quando non vengono effettuate piccole modifiche ma si esegue una trasformazione importante che può variare caso per caso come riporta il manuale interno.
E proprio in questo ambito – decisioni differenti in presenza di situazioni simili – è stata sanzionata dalla Corte la quale ha ribadito la necessità di un trattamento coerente in situazioni analoghe. Tutto questo è fondamentale perché l’origine delle merci, che può essere preferenziale o meno, rappresenta un’informazione decisiva.
La scelta della Corte di Giustizia dell’Unione Europea prende origine da un caso in cui si preferisce far passare con origine Corea del Sud dei tubi d’acciaio in cui la materia prima è cinese. In un primo momento c’è stato un impedimento, la regolamentazione della commissione europea è chiara: questi prodotti possono dirsi di un determinato paese solo se tutti gli elementi hanno subito un cambiamento della voce tariffaria.
La Corte di Giustizia Ue boccia la regola per motivi chiari: ci sono lavorazioni sostanziali che danno vita a un cambio di origine anche senza variazione della voce tariffaria, quindi non è corretto che ci sia un trattamento differente ingiustificato. Anche perché il tipo di lavorazione di cui si parla comporta una modifica irreversibile del bene. Quindi dovrebbe essere accolta la richiesta di cambio origine.