Agevolazioni con l’accordo commerciale Unione Europea e Giappone

2 April , 2019 Commercio Internazionale

Il 1 febbraio 2019 è entrato in vigore l’accordo di cooperazione economica tra UnioneEuropea e Giappone (fonte ufficiale). Per comprendere l’importanza di questo trattato, è opportuno esaminare alcuni dati economici relativi ai due paesi protagonisti.

Importazioni ed esportazioni: un po’ di dati

UE e Giappone producono insieme circa un quarto del PIL mondiale. Inoltre, il Giappone è il secondo partner commerciale asiatico dell’Unione Europea dopo la Cina.

Nel 2017 le importazioni dell’UE dal Giappone hanno raggiunto i 68,9 miliardi (tutti i dati sono in euro). Nello stesso anno le esportazioni dell’Europa verso il il Sol Levante hanno raggiunto i 60,5 miliardi. L’Italia è in controtendenza rispetto al dato europeo, che vede un disavanzo nella bilancia dei pagamenti di oltre 8 miliardi.

Accordo commerciale Unione Europea e Giappone

Accordo commerciale Unione Europea e Giappone

Infatti, nel 2017 abbiamo totalizzato 6,6 miliardi con esportazioni verso il Giappone. Questo a fronte di 4,2 miliardi di importazioni dal paese dell’estremo Oriente.

La tendenza è confermata dai dati provvisori 2018: 5,3 miliardi di esportazioni italiane e 3,2 miliardi di importazioni dal Giappone. Le principali esportazioni dell’Italia verso il Giappone sono state, nel 2018, (dati provvisori ISTAT):

  • Prodotti alimentari (914 milioni).
  • Abbigliamento (1 miliardo e 452 milioni).
  • Prodotti farmaceutici (430 milioni €).
  • Mezzi di trasporto (895 milioni).
  • Macchinari (580 milioni).

Abbiamo, invece, importato dal Giappone principalmente mezzi di trasporto (1 miliardo), computer, apparecchi elettrici e macchinari (1 miliardo e 174 milioni ).

Accordo commerciale: quali vantaggi?

Entriamo ora nel merito dell’accordo che prevede, al pari degli altri già stipulati, la cooperazione in quasi tutti i campi delle rispettive economie. Ad esempio:

  • Interscambio di beni e servizi.
  • Imprese di stato e appalti pubblici.
  • Promozione e tutela degli investimenti.
  • Protezione dei diritti intellettuali.
  • Protezione dei dati, sviluppo sostenibile, ecc.

Per approfondire ti lasciamo in allegato la sintesi dell’accordo EU/Japan. Esaminiamo il settore dell’interscambio dei beni. Con l’entrata in vigore dell’accordo, più del 90% dei prodotti UE esportati in Giappone beneficiano dell’eliminazione dei dazi.

Quasi tutti i prodotti europei saranno interessati dall’eliminazione dei dazi.

Una volta ultimata l’implementazione, la percentuale è destinata a crescere fino al 97%, con un risparmio per gli esportatori europei di circa 1 miliardo di dazi.

Nell’ambito dei prodotti agricoli e agroalimentari (il Giappone è il quarto nostro importatore con 5,7 miliardi) saranno eliminati i dazi giapponesi per l’85% in tappe successive. Mentre quelli gravanti sul vino sono già stati rimossi.

Come funziona l’accordo sulle dogane

Nei rapporti di interscambio commerciale tra i paesi che aderiscono all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) vige il principio della clausola della Nazione più favorita (Most Favoured Nation, MFN).

Ciò significa che le aliquote daziarie, applicate da un Paese membro ai singoli prodotti identificati con un codice del Sistema Armonizzato, non possono essere modificate in maniera discriminatoria verso una o più Nazioni del WTO.

Questo principio può essere derogato quando due o più membri notificano al WTO la creazione, tramite un accordo commerciale, di una Zona di Libero Scambio.

In quest’area geografica definita dall’accordo i prodotti originari di una parte vengono reciprocamente importati nell’altra con abbattimento totale o parziale dei dazi.

Tutto ciò senza che le altre nazioni possano contestare discriminazioni. Quanti sono gli accordi di libero scambio tra i membri WTO? A gennaio 2019 ben 291.

Avvantaggiarsi con l’accordo UE – Giappone

Come avvantaggiarsi dall’accordo commerciale Unione Europea e Giappone? Devi assicurarti che i prodotti da fornire al partner giapponese siano originari UE, quindi o:

  • Interamente ottenuti.
  • Sufficientemente trasformati.

Nel primo caso intendiamo materie prime di estrazione, coltivazione, allevamento e merci esclusivamente ottenute. Il secondo caso, più frequente, merita attenzione.

Nella creazione di una merce si utilizzano anche materiali originari di paesi terzi all’accordo? Può ugualmente ottenere lo status preferenziale. A condizione che siano rispettate le regole di fabbricazione previste per ogni prodotto identificato con codice di Sistema Armonizzato in un apposito allegato (lo trovi in basso).

Per fare un esempio, le camicie da uomo della voce SA 62 05, prodotte in una delle due parti dell’accordo, ottengono lo status preferenziale se adempiono a questa regola: “Tessitura insieme alla confezione, compreso il taglio del tessuto”.

È possibile utilizzare del filato di origine terza (ad esempio cinese) ma nel paese partner dovrà essere oggetto di due distinte lavorazioni: sarà prima trasformato in tessuto, il quale verrà poi tagliato e confezionato per ottenere il capo finito.

Cumulo dell’origine: cos’è e cosa significa

Un ulteriore vantaggio nella cooperazione tra produttori europei e giapponesi è offerto dal cumulo dell’origine. Di cosa si tratta? Riprendiamo l’esempio precedente della camicia. Per ottenere l’origine preferenziale di questo bene, l’unico componente di nazionalità terza ammesso nella confezione è il filato.

Le successive operazioni devono avvenire in una delle due parti. Nella produzione si utilizza del tessuto del paese partner? Questa origine si cumula alla lavorazione effettuate nell’altra parte e il prodotto finito otterrà lo status preferenziale. Così potrà essere riesportato nel primo paese con abbattimento daziario.

Regole di origine e procedure di origine

In questo documento si trovano altre disposizioni come le operazioni che non conferiscono origine (imballaggio delle merci, apposizione di etichette, ecc.), disciplina delle parti di ricambio, divieto di non manipolazione di un prodotto originario dopo la sua esportazione verso il Paese partner, e, soprattutto, le prove di origine.

Dichiarazione di origine per l’esportatore

Anche questo accordo, come già quelli con Corea del Sud e Canada, non prevede l’emissione del certificato EUR 1 come prova di origine. È necessaria un’attestazione di origine emessa dall’esportatore con validità non superiore a 12 mesi.

Questo documento sarà avvalorato dalla conoscenza del carattere originario del prodotto da parte del soggetto importatore. Qui in basso puoi leggerlo e scaricarlo sul tuo Pc.

La dichiarazione di origine, riportata nell’allegato, va apposta sulle fatture o su qualsiasi altro documento commerciale purché descriva il prodotto originario e ne consenta l’identificazione. In breve la dichiarazione è questa:

“L’esportatore delle merci contemplate nel presente documento (numero di riferimento dell’esportatore) dichiara che, salvo indicazione contraria, le merci sono di origine preferenziale UE o Giappone”.

L’esportatore dovrà indicare i criteri di origine utilizzando i codici nella nota 4, la durata di validità di della dichiarazione, completandola con data e sottoscrizione.

Spedizioni di valore non superiore ai 6.000 €

Gli esportatori UE possono apporre liberamente la dichiarazione di origine. Se l’esportazione verso il Giappone di prodotti originari supera tale importo, l’operatore europeo dovrà preventivamente registrarsi al sistema REX (Sistema degli Esportatori Registrati) facendone domanda all’Ufficio delle Dogane territorialmente competente. Questo prima di rilasciare l’ attestazione di origine.

Accordo commerciale Unione Europea e Giappone

Accordo commerciale Unione Europea e Giappone

Concludendo, gli esportatori che conoscono la nomenclatura combinata del proprio prodotto possono verificarne il trattamento daziario e le regole di origine all’esportazione in Giappone accedendo al sito della Commissione Europea.

Nella maschera MADB quick search basta inserire il Paese Giappone e il codice della merce. In questo modo compariranno i dazi applicati (colonna EU) e le regole che conferiscono origine preferenziale (colonna RoO).

Finora abbiamo parlato soprattutto delle nostre esportazioni verso il Giappone, ma l’accordo offre analoghi abbattimenti daziari sulle merci di origine giapponese.

Questo con vantaggi per le aziende commerciali che le importano e le commercializzano nell’UE. Il trattamento daziario preferenziale per i prodotti giapponesi si verifica nel sito delle Dogane.