Come cambierà il certificato di origine con la Brexit dal gennaio 2020

12 March , 2019 Commercio Internazionale

Venerdì 31 gennaio 2020. Il Regno Unito, in questa data, abbandona l’Unione Europea dopo aver notificato al consiglio la propria decisione. Ad oggi, però, non si è giunti a un’intesa sulle modalità di uscita. O meglio, l’accordo ci sarà ma il tutto è ancora in fase di definizione almeno fino alla fine del 2020.

Nel frattempo il Regno Unito, dalla già citata data del 31 gennaio 2020, verrà considerato un paese terzo. Quindi al pari di tutte le altre nazioni che non fanno parte della Comunità Europea. Ecco perché la Commissione Europea ha pubblicato il memorandum: come prepararsi alla Brexit, guida doganale per le imprese. Questo è il primo passo per approfondire l’argomento. Cos’altro approfondire?

Quale sarà la posizione del Regno Unito?

Le aziende dell’Unione Europea che acquistano o vendono merci e servizi, o movimentano prodotti attraverso il Regno Unito, devono prepararsi all’evento.

Questo perché, se non interverranno provvedimenti specifici, il 31 gennaio 2020 l’UK uscirà dall’Unione Doganale con l’UE ed entrerà nella lista dei Paesi Terzi. Per capire la portata dell’evento è giusto esporre brevemente il ruolo di quest’istituzione.

Da leggere: come compilare un certificato di origine

Cos’è l’Unione Doganale

Dal punto di vista territoriale, questa entità è costituita dalla somma dei territori doganali dei paesi europei. Il suo confine esterno è dato dalle coste marittime e dalle frontiere condivise con altre Nazioni. Inoltre, al suo interno non esistono controlli doganali sulla circolazione delle merci.

Quindi, un prodotto in importazione, sarà immesso in libera pratica e potrà circolare liberamente all’interno dell’unione. Prima, però, dovrà essere presentato alla dogana di uno qualsiasi dei punti di accesso all’unione per assolvere i diritti doganali, indipendentemente dallo Stato membro in cui la merce si trovi.

Dal punto di vista normativo, l’unione doganale adotta un’unica legislazione e una tariffa comune. Ciò significa che le dogane dei paesi che ne fanno parte applicano misure di politica commerciale e aliquote daziarie identiche.

L’ipotesi (scongiurata) di una Hard Brexit

La Commissione Europea elenca le conseguenze di una Hard Brexit in ambito doganale: le relazioni commerciali dell’UE con il Regno Unito saranno regolate secondo le norme generali del WTO. Ciò significa che ai prodotti importati dall’UK sarà applicata la clausola della Most Favoured Nation, con l’imposizione dei dazi previsti dalla Tariffa Doganale Comune dell’UE, senza l’applicazione di preferenze tariffarie.

certificato di origine e brexit

Certificato di origine e Brexit.

D’altro canto questa, come suggerisce il titolo stesso del paragrafo, è un’opzione declinata. Infatti è in lavorazione un accordo che permetta a Regno Unito e Unione Europea di gestire e favorire gli scambi commerciali. Quindi niente Hard Brexit. Però in attesa che tutto questo prenda forma e si attivi materialmente, dal 31 gennaio 2020 i rapporti saranno definiti da un periodo di transizione.

Gli scambi con l’UK dal 31 gennaio 2020

Premessa importante: essendo un periodo di transizione, non definitivo, il processo sarà in continua evoluzione e spesso si dovrà procedere in base alla singola operazione. In linea di massima, però, possiamo dire che gli scambi risulteranno operazioni d’importazione ed esportazione con dichiarazione doganale, emissione del DAU, ecc. Le autorità doganali potranno chiedere garanzie sui diritti da assolvere.

Alcune merci inglesi potranno essere soggette a proibizioni o restrizioni, quindi saranno necessarie licenze d’importazione. Le licenze di import/export emesse dal Regno Unito non saranno più valide nell’UE, al pari delle autorizzazioni inglesi per le semplificazioni doganali e le procedure. Come il deposito doganale. Inoltre, gli Operatori Economici Autorizzati (AEO) inglesi non saranno più riconosciuti nell’EU.

Disciplina dell’IVA su beni e servizi

Questi non saranno più classificati come scambi e prestazioni interne all’UE. Le merci risulteranno importazioni ed esportazioni, con la disapplicazione delle disposizioni sugli scambi intracomunitari del D.L. 331/93 (presentazione degli elenchi INTRASTAT).

I prodotti inglesi assolveranno l’IVA in dogana con i dazi, le nostre esportazioni saranno non imponibili ex art. 8 DPR 633/72. Per le merci soggette ad accisa, il 22 febbraio 2019 l’Agenzia delle Dogane ha emanato delle indicazioni che gli operatori del settore dovrebbero leggere e applicare (puoi scaricare il PDF qui).

Come prepararsi alla Brexit: consigli utili

La Commissione fornisce poi alcuni suggerimenti alle aziende che intrattengono rapporti commerciali con il Regno Unito, affinché arrivino preparate alla Brexit.

Codice EORI

Alle ditte italiane che non esportano in Paesi extra UE verrà attribuito dalla Dogana un codice EORI (Economic Operator Registration and Identification). A cosa serve?

Identifica i soggetti nazionali che (in qualità di esportatori, importatori, rappresentanti, obbligati principali) effettuano operazioni doganali in Italia.

Adeguamento del personale e delle risorse

Le aziende devono avere personale competente in materia doganale, sistemi informatici con programmi adeguati, autorizzazioni doganali per operazioni di deposito, lavorazione di merci in perfezionamento, ecc. Può essere utile comunicare con i propri fornitori, poiché la Brexit può avere un impatto sulla supply chain aziendale.

Informazioni e status da richiedere

Per arrivare pronti alla Brexit è utile chiedere informazioni alla propria dogana sulla possibilità di ottenere facilitazioni nelle procedure di transito, delle garanzie globali, del deposito doganale, ecc. Inoltre si può prendere in considerazione la possibilità di richiedere lo status di Operatore Economico Autorizzato (AEO).

Informazioni relative al pagamento IVA

Può essere conveniente spostare la registrazione ai fini IVA effettuata in Inghilterra con il sistema Mini One Stop Shop (Moss) in un altro Stato membro UE. Se nel 2018 è stata pagata IVA in UK, presentare al più presto richiesta di rimborso.

Cura le relazioni con i tuoi partner

Dato che questo processo è ancora in divenire, è sempre cosa buona mantenere un rapporto di collaborazione e informazione reciproca con le entità che fanno parte del tuo percorso economico. Quindi, è utile affrontare questo argomento con le aziende del Regno Unito che devono affrontare (da una prospettiva diversa) lo stesso tema.

Da leggere: come deve essere la foto del visto

Certificato di origine e Brexit: come procedere

La condizione di Hard Brexit, abbiamo detto, è stata scongiurata. ma prima che si attivino i processi necessari a regolamentare gli scambi bisogna affrontare una situazione ancora poco chiara per tutti.

In ogni caso per esportare e importare merce sarà necessario un certificato d’origine rilasciato dalla camera di commercio. Questo è un passaggio ulteriore da affrontare per l’imprenditore, ma il modo per snellire esiste: basta affidare questa fase del processo di richiesta al nostro sistema automatizzato per chiedere certificati di origine online.