Molti clienti ci chiedono come stampare il certificato di origine in azienda. In effetti dal giugno 2019, dopo l’entrata in vigore della normativa europea relativa ai certificati di origine, è possibile stampare questo documento presso la propria sede.
Questo passaggio, secondo l’art. 39 (a) del Regolamento (UE) n° 952/2013, può essere eseguito dalle aziende al posto della CCIAA. Ma ci sono dei requisiti. In primo luogo è obbligatorio stampare il certificato su foglio A4 bianco, non sul formulario.
La procedura base, infatti, prevede che dopo aver fatto domanda per ottenere questa documentazione ci sia un ritiro fisico presso la sede ufficiale della CCIAA. Oggi è possibile fare diversamente, ma quali sono i passaggi da approfondire e conoscere?
Argomenti
Questo servizio per stampare il certificato di origine in azienda è, ad oggi, sperimentale e attivato presso tutte le Camere di Commercio nazionali. Ed è giusto iniziare con un punto importante per i nostri clienti: non è un processo facile da attivare.
Il primo step da rispettare: bisogna essere in possesso di una serie di requisiti. Ad esempio, bisogna avere la Certificazione AEO (sistema di tracciabilità che prova l’origine delle merci) oppure lo status di esportatore autorizzato. In alternativa bisogna:
Altra alternativa:
I passaggi da rispettare sono abbastanza complessi per un’azienda. La Certificazione AEO, ad esempio, viene rilasciata dalle dogane dopo una serie di visite ispettive.
Da leggere: compilare la domanda per certificato di origine
Il processo per ottenere la stampa del certificato in azienda può essere letto per intero sulla pagina milomb.camcom.it. Quali sono i passaggi che bisogna conoscere?
Ovviamente bisogna fare attenzione alla qualità della stampa e fare in modo che tutti i campi siano rispettati. Rispetto al formulario numerato, ormai è decaduto l’obbligo ed è necessario procedere su foglio bianco A4. Questa è, a grandi linee, il processo necessario per capire come stampare il certificato di origine in azienda.
Il vantaggio, in linea teorica, è quello di non dover andare in Camera di Commercio per ritirare i documenti necessari. D’altro canto questo è già un servizio che la SOA svolge per i propri clienti, oltre al lavoro di preparazione e gestione della domanda.
Gli svantaggi – i punti che tendono a frenare la diffusione di questa procedura – sono diversi. In primo luogo ci sono una serie di requisiti che le aziende e devono rispettare per ottenere questo privilegio (abbiamo elencato i punti nei paragrafi precedenti)
Inoltre ci sono notevoli difficoltà nella gestione del modello cartaceo sul quale bisogna stampare il certificato di origine. Dov’è la vera difficoltà? Ecco una sintesi dei passaggi: si ritira il foglio bianco in camera di commercio che deve essere numerato, alla richiesta di certificato bisogna scannerizzare il modello e utilizzarlo per la richiesta.
Questo serve alla Camera di Commercio per avere una corrispondenza esatta tra la domanda e la consegna dei documenti. Ciò significa che se la stampate si blocca mentre stampa o sbaglio a inserire modello bisogna comunicare l’errore alla Camera, richiedere una nuova immissione del certificato e seguire una procedura complessa.
Oltre ai vari punti indicati che sottolineano gli aspetti ancora controversi per stampare il certificato di origine in sede, bisogna ricordare che nella domanda di adesione al servizio (ancora sperimentale) ci sono una serie di condizioni che l’azienda deve rispettare. E che non sono sempre di facili da ottemperare. In primo luogo bisogna:
Tutto questo senza dimenticare che bisogna fornire alla Camera di Commercio le informazioni necessarie a eventuali indagini da parte di Polizia, Guardia di Finanza, Dogane o funzionari con l’autorità giudiziaria di un ordine tribunale. Questi sono solo alcuni dei punti che puoi trovare nell’appendice del modulo di adesione.
L’unica opzione riguarda la discrezione del consolato. Se viene richiesta la legalizzazione, alcuni delegazioni possono accettare e altre no. Quindi bisogna anche valutare se c’è un seguito di legalizzazione consolare e se i paesi con i quali si definiscono i rapporti commerciali sono propensi o meno a riconoscere il documento.
Un esempio concreto: è capitato di lavorare con questa procedura con il consolato del Kuwait e non co sono stati problemi, mentre con quello egiziano sì. Ed è stato rifiutato. Quindi si è tornati in Camera di Commercio per mettere il timbro originale.
Il progetto della Camera di Commercio è quello di allinearsi con la direttiva europea per semplificare i processi di acquisizione del certificato. Al momento, anche se c’è la possibilità di stampare il documento in azienda, le procedure sono complesse.
In realtà diventano troppo onerose per chi non ha grandi flussi di certificati di origine. Questa condizione ha un senso per le aziende che, ad esempio, richiedono:
Un’azienda fa grandi quantità di certificati deve consegnare i documenti a destino? La possibilità di stampare in loco ha notevoli vantaggi: si risparmia sul tempo e sui costi di spedizione del corriere. Perché in questo modo il proprietario (ad esempio) di un cantiere in Azerbaijan può inviare tutto via email e farlo stampare in sede.
In ogni caso, anche se questa è la condizione più vantaggiosa, c’è sempre da aggiungere un fattore: quello di rispettare la stampa a norma di legge. Ciò significa che, per quanto possa essere conveniente stampare grandi quantità di certificati in loco, l’operazione deve essere sempre gestita in sede da un operatore dedicato. Ciò rafforza l’idea che al momento questa opzione è dedicata quasi esclusivamente alle grandi aziende.
Stampare il certificato di origine in azienda è un’occasione che cattura l’attenzione degli imprenditori. D’altro canto, secondo il nostro parare, ci sono ancora una serie di difficoltà oggettive che rendono la procedura spigolosa. Almeno per le aziende che non hanno grandi necessità e richieste di documentazione da spedire all’estero.
Ciò significa che, sempre a nostro giudizio, conviene ancora aspettare che i passaggi si semplifichino. Rimanendo al momento con le procedure già rodate (e che funzionano) sempre monitorando le novità e le occasioni migliori in questo senso.
Saremo i primi a notificare un’eventuale apertura verso una procedura vantaggiosa per tutte le aziende. In ogni caso è possibile contattarci per maggiori informazioni.