Cos’è il certificato CITES e a cosa serve

18 April , 2025 Commercio Internazionale

Il commercio di fiori, piante e animali in via d’estinzione, o che comunque sono a rischio, è regolato dal CITES. Vale a dire un accordo internazionale che regola questo tipo di relazioni commerciali con l’obiettivo di salvaguardare le specie protette.

L’obiettivo di questo accordo fra 182 Paesi e l’Unione Europea, siglato nel 1975, è quello di vincolare le aziende a un certificato che attesti l’idoneità di un’azienda nel commercio sostenibile di flora e fauna. L’elenco degli animali e dei vegetali protetti dal CITIES è incluso nelle appendici del regolamento che includono oltre 35.000 elementi.

Cos’è il CITES, definizione

Con questa sigla intendiamo un accordo internazionale tra diversi paesi per la tutela della flora e della fauna a rischio di estinzione. La Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (significato dell’acronimo CITES) ha  lo scopo di garantire che il commercio di animali e piante non ne minacci la sopravvivenza.

Tutto questo avviene grazie alla possibilità di regolare e monitorare le operazioni di import/export di animali, piante, materie prime e prodotti derivati.

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Le origini storiche della CITES

Come sottolinea il sito web ufficiale, la CITES è stata redatta in seguito a una risoluzione adottata nel 1963 in una riunione dei membri dell’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura). La riunione dei rappresentanti di 80 paesi a Washington, il 3 marzo 1973, ha approvato il testo della convenzione.

Il 1° luglio 1975 la CITES è entrata in vigore. Questo significa che ognuno dei paesi che volontariamente fa parte dell’accordo deve rispettare un quadro normativo. Quadro che adotterà nella legislazione per garantire l’attuazione della CITES a livello nazionale.

A cosa serve questa certificazione?

Il certificato CITES, frutto della Convenzione di Washington, è uno strumento normativo internazionale per rendere sostenibile il commercio di flora e fauna. Quindi permette di monitorare e regolamentare il commercio nazionale e internazionale di esemplari e prodotti derivati da specie animali e vegetali in pericolo di estinzione.

Il punto degli accordi è quello di definire il commercio non solo delle specie protette ma anche di tutto ciò che ne deriva, come ad esempio legni pregiati, avorio, pelli e altre materie prime. Per procedere in questa direzione, e avere l’autorizzazione al commercio di determinati animali o piante, è necessario ottenere certificati specifici.

Quali sono le tre categorie CITES?

La Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora suddivide le specie incluse nelle tabelle in tre Appendici in base al tipo di protezione necessaria. La prima (area rossa del grafico preso dalla brochure ufficiale) riguarda animali o vegetali a rischio di estinzione che necessitano di particolare attenzione: in questi casi il commercio viene permesso solo in casi realmente eccezionali.

Quali sono le tre categorie CITES?

Le tre categorie CITES

Nell’appendice II (in viola nel grafico in alto) includiamo animali o piante non a rischio ma che necessitano di particolare attenzione mentre nella terza (sezione arancione) abbiamo specie protette in almeno un paese che si rivolge al CITES per regolarne il commercio. E definire il tutto secondo regole di tracciabilità e sostenibilità.

Quali animali richiedono la CITES?

Il CITES tutela mammiferi, volatili e rettili, animali in cattività, zanne ed oggetti in avorio di elefante. Ma anche articoli in pelle di rettile, confezioni con tessuti o pellicce pregiati, piante da collezione od ornamentali, legname proveniente da foreste tropicali. Ecco la lista completa delle specie protette dalla convenzione di Washington.

Chi lo gestisce in Italia?

Il rispetto dei parametri utili alla Convenzione di Washington in Italia riguarda diversi ministeri. Ma come riferimento c’è il Servizio CITES, attivo dal 1980, che si occupa del rispetto delle norme e il rilascio dei certificati necessari al commercio di numerose specie di animali e piante protette. Ma anche dannose per l’ambiente.

In Italia il servizio CITES è gestito da comando unità forestali, raggruppamento Carabinieri e Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Le domande di certificazione CITES

Per ottenere una certificazione CITES adatta al commercio di determinate specie di piante e animali bisogna inviare domanda ai Carabinieri. Si compila il modulo disponibile online inviando tutto al servizio ufficiale. Il modulo deve essere corredato da una copia di un documento di identità e può essere inviato via e-mail all’indirizzo CITES@forestale.carabinieri.it o tramite fax al numero 06/48.90.5507.

controllo cites

Controllo dei certificati sul portale ufficiale.

Il modulo (puoi scaricarlo qui) deve essere compilato da chi esporta o importa e da un eventuale intermediario. Inoltre, è necessario inviare i moduli di richiesta in originale per posta all’indirizzo Servizio CITES – CUTFAA Carabinieri – Via Giosuè Carducci 5 – 00187 – Roma. Noi possiamo aiutarti a completare le varie operazioni.

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Come si etichettano i colli CITES?

Non basta ottenere un certificato CITES per avere conferma: bisogna anche gestire al meglio l’imballaggio. Un export manager può aiutarti a gestire questo lavoro al meglio ed evitare ritardi sulla consegna. Il certificato CITES deve trovarsi, in versione originale, nell’imballaggio e il file digitale deve essere inviato al destinatario e al corriere.

Il quale fornirà apposito adesivo giallo all’esterno. Lo sdoganamento delle merci con certificato CITES possono essere lunghe e dettagliate: la merce non in regola verrà sequestrata. Per evitare questa ipotesi puoi chiedere una consulenza doganale SOA.