Certificati di origine: 7 paesi con procedure particolari

18 February , 2020 Capire la Burocrazia

Per chi si occupa di commercio internazionale è importante conoscere anche le procedure particolari per i certificati di origine in alcuni paesi.

Anche se lo standard è simile, ci sono delle differenze che possono cambiare la routine dell’emissione del certificato stesso. Ovviamente, come accade spesso in questi casi, basta un dettaglio per annullare l’intera procedura. Ecco perché è importante conoscere tutte le sfumature richieste da questi 7 paesi specifici.

Iran

Una nota relativa solo a merce made in USA in transito diretto, quindi non sdoganate in Italia: bisogna accompagnare il certificato di origine con una dichiarazione su carta intestata e sottoscritta dal legale rappresentante della società che esporta.

Questo documento ha lo scopo di confermare che la merce non riguarda prodotti e tecnologie a duplice uso (ovvero dual-use) indicate nel regolamento UE n. 264/2012.

Argentina

In questo caso l’attenzione è rivolta solo alle aziende italiane che esportano prodotti tessili non sintetici, ma anche calzature e pelletteria come cinture, valigie e borse. Cosa fare per avere un certificato di origine aderente alla normativa del paese in questione?

Bisogna agire sulla casella 8. Qui, infatti, si riporta il timbro con l’indirizzo della Camera di Commercio di riferimento. Inoltre bisogna aggiungere la denominazione del Ministero dello Sviluppo Economico di Roma, l’organo superiore di controllo.

Egitto

Per il certificato di origine in Egitto deve esserci il visto consolare e, nella casella 3, bisogna indicare il paese esatto se si tratta di merce proveniente dall’Unione Europea. Cosa avviene, invece, per i prodotti extra UE o misti?

certificato di origine casella 6 descrizione merce

Sulla fattura di esportazione, ma anche nella casella 6 del certificato, le voci devono essere organizzati per paese di origine indicando il peso della merce.

Qui c’è bisogno anche del visto sulla fattura di vendita. Per completare, nella casella 2 c’è bisogno dell’indirizzo completo del cliente egiziano (non si può usare la dizione all’ordine per non far conoscere il destinatario della merce).

Cipro

Si può emettere certificato di origine con destinazione cipriota quando, nella casella 2 del documento, si fa riferimento all’area turca di questa repubblica. Oppure quando c’è una triangolazione commerciale e la merce viene rivenduta a un paese extra UE: in questo caso deve essere riportato il doppio indirizzo sempre nella casella appena citata.

Turchia

Il caso della Turchia riguarda prodotti tessili e di confezionamento. Nella fattispecie la dogana potrebbe richiedere la dichiarazione Exporter Registry Form timbrata dalla Camera di Commercio e presentata presso il consolato di questo paese in Italia.

Qatar

Tra le procedure particolari per certificati di origine abbiamo anche quella del Qatar. In questo caso bisogna usare il timbro con inchiostro di colore blu. Altro caso da considerare: se la merce è in transito dall’Italia, la dogana del Qatar potrebbe esigere il certificato di origine emesso dal paese di prima esportazione della merce.

Messico

Le merci che fanno parte dell’accordo di scambio bilaterale tra UE e Messico, per un valore superiore ai 6.000 euro, hanno diritto ad agevolazioni tariffarie.

Per i vantaggi bisogna accompagnare i beni con modello doganale EUR 1. Sotto i 6.000 euro si può avere il certificato di origine, lo stesso vale per la merce extra UE.

Caso specifico 1

Quando ci sono diverse fatture per esportazione di importo singolo al di sotto dei 6.000 euro, e nessuna supera questa soglia anche se la somma va oltre, si può avere il rilascio di unico certificato di origine. Una o più fatture supera questa cifra: occorre l’EUR1.

Caso specifico 2

Troviamo una situazione particolare con la fattura di acconto e successivo saldo: se la somma di questi documenti supera i 6.000 euro, non è possibile rilasciare il certificato di origine a fronte della fattura di saldo. Anche quella di acconto non supera la cifra.

Caso specifico 3

Bisogna valutare anche le situazioni con merci che hanno più origini. In queste condizioni c’è necessità di considerare il valore delle merci comunitarie.

Se queste ultime hanno valore superiore ai 6.000 euro bisogna separare dalla merce extra UE e chiedere l’EUR1 per la merce di origine comunitaria. Se inferiore si può cumulare e richiedere il certificato di origine.

Caso specifico 4

Per l’esportazione dei prodotti tessili, calzature, abbigliamento e accessori non si può usare il certificato di origine ma bisogna utilizzare il modello Anexo III. Sempre riguardo al tema delle esportazioni tessili, la dogana rilascia solo il documento EUR1 quindi le fatture di esportazione devono essere vidimate dalla Camera di Commercio.

Come gestire le procedure particolari

Queste opzioni possono diventare difficili da gestire per le aziende che hanno bisogno di semplicità per esportare la propria merce. Ecco perché una delle soluzioni è quella di lasciar gestire tutti questi passaggi al servizio di certificati online della SOA.